Il potenziale competitivo del teleriscaldamento

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Durante il seminario “Situazione e prospettive del teleriscaldamento in Italia” organizzato da AIRU e RIE nel novembre 2009 si è proposta una rivisitazione critica delle espressioni impiegabili nella determinazione del prezzo medio del vettore energetico teleriscaldamento, di cui l’Ing. Terenzio Poeta di A2A sintetizza gli aspetti più rilevanti. Queste espressioni infatti non sono ancora state rivisitate dalla loro introduzione negli anni ’70, quindi non hanno tenuto conto delle profonde mutazioni del mercato della climatizzazione che si sono registrate sino ad oggi; eppure determinano il parametro fondamentale per la valutazione della convenienza dell’impianto. Infatti, nell’attuale contesto di spiccata competitività, di prezzi delle materie prime energetiche particolarmente volatili, di mercato concorrenziale piuttosto che di monopolio, di promozione dell’uso razionale dell’energia e di innovazione tecnologica, il teleriscaldamento ha guadagnato importanti consensi e merita un’adeguata ricollocazione sul piano della incentivazione, sulla base dei risultati di ottimizzazione energetica che è in grado di realizzare effettivamente. Il teleriscaldamento “a basso PFR” (Primary Energy Ratio), in grado di sfruttare cioè il cascame termico in maniera virtuosa, sia esso proveniente da termovalorizzatori, sia di origine geotermica, necessita della costruzione di un prezzo che non sia solo riferibile al costo evitato del combustibile di riferimento, ma che comprenda il concetto del costo evitato della “funzione climatizzazione”, non limitandosi alla semplice fornitura di acqua calda, alternativa alla produzione tramite caldaia convenzionale, dal potenziale utente finale. Il risparmio di energia primaria da realizzare nel settore del riscaldamento residenziale è per l’Italia infatti un obiettivo ambizioso, vista la larga diffusione di edifici ante ’77, con consumi specifici quasi quadrupli rispetto a quelli di recente costruzione, che, investendo molto sulla coibentazione e dotandosi di terminali a bassa temperatura, permetterebbero una riduzione significativa del costo del servizio, riducendo enormemente le portate necessarie e in alcuni casi permettendo anche l’allaccio di forniture derivate dalle tubazioni di ritorno, con evidenti risultati positivi in termini di competitività.

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