Si riaprono i negoziati sul clima riaprono al vertice di Bonn, che vede partecipare diplomatici provenienti da oltre 180 paesi per la prima volta dopo quello che era stato percepito come un grande fallimento, ovvero il vertice di Copenaghen dello scorso anno. In cima all’agenda il tema relativo proprio alle impressioni generali su come i paesi si pongono rispetto proprio a quell’ accordo, non vincolante, che è stato spinto attraverso un piccolo gruppo di paesi in un’atmosfera quasi cupa, nelle ultime ore della conferenza delle Nazioni Unite. Il risultato è che circa 110 paesi hanno sostenuto gli accordi conclusi. Questi includono l’obiettivo di contenere la crescita della Temperatura media globale entro i 2 °C, il trasferimento di 30 miliardi di dollari all’anno nel breve termine e 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per i paesi in via di sviluppo, a finanziare appunto attività di adattamento al cambiamento climatico; in ultimo si pone l’obiettivo del raggiungimento di nuovi accordi globali sulla preservazione delle foreste e i temi legati al trasferimento tecnologico. Gli osservatori concordano nel rilevare un rinnovato stato d’animo generale e un maggior desiderio di cooperazione nei colloqui tra i diversi paesi, soprattutto riguardo a quelli emergenti, che avevano attestato diffidenza anteponendo l’interesse nazionale tanto da ostacolare il vertice precedente. Tuttavia alcuni di questi paesi sono stati addirittura esclusi e pertanto potrebbero lanciare forti segnali di protesta e questa protesta potrebbe tradursi nel fatto che le politiche energetiche e ambientali di paesi vulnerabili siano lasciate a un futuro non sostenibile. Questa volta negoziatori e non politici, cercheranno di chiarire bene i dettagli tecnici di un futuro accordo, in modo da tracciare una via da percorrere per i politici di prendere in consegna alle riunioni di Bonn in maggio e a Cancun, in Messico nel mese di novembre. L’obiettivo a Bonn sarà quello di far lavorare gli esperti affinché di intensifichino e si massimizzino gli sforzi legati al controllo delle emissioni inquinanti e ad effetto serra per il 2020, data prevista per l’entrata in vigore del nuovo accordo, del quale una prima bozza è prevista per il Maggio del 2015.
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