Il mercato energetico dell’Ecuador

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In Ecuador, dove è recentemente entrata in funzione la prima centrale fotovoltaica, è stato dato l’avvio ad un ambizioso programma in tema di energie rinnovabili, per sfruttare le importanti risorse energetiche del paese, sotto l’egida e i vincoli posti dal governo, e con il principale obiettivo di affrancarsi dal consumo dei combustibili fossili e dall’importazione di energia da Perù e Colombia. La centrale, costituita da oltre 4000 moduli, occupa una superficie di oltre 3 ettari e, a fronte di un investimento di 2,2 milioni di dollari del Banco del Instituto Ecuatoriano de Seguridad Social, per i prossimi 25 anni dovrebbe far risparmiare 2,5 milioni di dollari all’anno di importazioni. Oltre a questo campo fotovoltaico, il paese ha investito nella realizzazione di 8 nuove centrali idroelettriche, che nei prossimi 4 anni anni permetteranno di coprire buona parte del fabbisogno nazionale di energia elettrica. Questi progetti di sviluppo che oggi vedono la luce, affondano le loro radici nel 2009, quando il presidente Rafael Correa venne eletto per la prima volta. Il piano prevedeva propositi di sviluppo su ogni fronte: eolico, biomasse, geotermia, nonchè una ristrutturazione del mercato elettrico e del comparto petrolifero. Il ministro Mosquera ha recentemente illustrato le potenzialità del comparto elettrico, di cui ha diretta responsabilità e sottolineando che le otto centrali idroelettriche, capaci di duplicare la capacità di produzione e che saranno pronte tra il 2014 e il 2016 sono a tutti gli effetti progetti statali, ma con possibilità di partecipazione straniera: Cina, Brasile e Russia sono i Paesi che hanno già firmato accordi con l’Ecuador, costituendo così società miste. Nel settore dell’ elettricità le imprese italiane già presenti sul territorio sono Ansaldi, Impregilo, Lombardi. Un altro degli obiettivi primari del Governo è l’integrazione tra le varie aree del Paese; un progetto considerato di grande rilevanza strategica: l’Ecuador, 15 milioni di abitanti, sta creando un sistema di interconnessione solido al suo interno e verso i confini con Perù, Cile e Bolivia, costituito da decine di migliaia di chilometri di reti. L’interconnessione tra Ecuador e Colombia, oggi da 500 MW di capacità e tra Ecuador e Perù, da 100 MW, sarà significativamente potenziata. Il settore idroelettrico è quello su cui il Governo di Quito punta maggiormente, con l’obiettivo di portare la sua quota dal 62,41% del totale di copertura del fabbisogno nazionale nel 2012 al 93% nel 2016. Il quadro macroeconomico di questi anni permette di vedere l’Ecuador come un Paese in crescita: nel 2012 il Pil è cresciuto del 4,6% e nel 2013 gli economisti prevedono un aumento ancora del 3,8 per cento. L’Ecuador ha lanciato insomma un vero e proprio piano di sviluppo che dovrebbe assicurare un livello di crescita per il Paese nei prossimi anni, puntando sugli investimenti per lo sviluppo interno del paese che generano maggiore redditività: infrastrutture di sostegno all’industria, energia, telecomunicazioni, petrolchimica, trasporti (viari, porti e aeroporti), biochimica, metalmeccanica, energie rinnovabili, informatica, turismo. I rapporti commerciali con l’Italia sono ancora piuttosto limitati, pari a meno di 1 miliardo di dollari, ma con ottime opportunità di crescita (soprattutto riguardo l’esportazione di macchinari, beni strumentali e prodotti farmaceutici) e consolidato da un punto di vista fiduciario dal fatto che  l’Ecuador è legato all’adozione del dollaro come moneta ufficiale e ha un rischio inflazione sotto controllo. Nell’ambito delle energie rinnovabili, inoltre, vi sono politiche pubbliche che prevedono incentivi per gli investitori: tra queste una “corsia preferenziale” nella fase di realizzazione, il “prezzo garantito”, e concessioni “definite” e quindi affette da una minima incertezza.

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