Il futuro incerto dell’efficienza energetica

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Il Parlamento europeo ha adottato il 15 dicembre scorso la relazione di Bendt Bendtsen (Membro del Partito Popolare Europeo in Danimarca) come sintesi della propria posizione in materia di efficienza energetica, in preparazione di una comunicazione della Commissione in merito a un nuovo piano d’azione. E’ stata adottata a larga maggioranza,, nonostante contro la volontà del relatore e del Partito stesso, poichè il punto essenziale della relazione verte sul fatto che siano adottati definitivamente gli obiettivi vincolanti di almeno il 20% di miglioramento dell’efficienza complessiva entro il 2020, cosa che nessun paese membro vorrebbe.
Bendtsen, ha sottolineato come il risparmio energetico sia il modo più economico per ridurre le emissioni di anidride carbonica e contemporaneamente sgravare le famiglie fino a 1000 € l’anno con una riduzione delle bollette energetiche. Bendtsen ha puntato su misure concrete, in particolare sottolineando che il solo efficientamento degli elettrodomestici attraverso migliori garanzie sulla qualità dei prodotti potrebbe permettere di raggiungere risparmi energetici equivalenti al consumo complessivo del Regno Unito o dell’Italia. Iniziativi quindi che andrebbero rafforzate ed estese ad altri settori. Primo tra tutti l’edilizia, poichè il consumo di energia degli edifici rappresenta il 40% del totale e il 36% delle emissioni inquinanti. Meccanismi finanziari e di incentivo sono indispensabili in questo settore, così come l’inserimento della progettazione ecocompatibile nel sistema di etichettatura energetica. Pur tenendo conto delle diverse circostanze nazionali l’efficienza energetica degli edifici per la sua straordinaria importanza non può certo essere trascurata. Un altro punto fondamentale è il monitoraggio accurato dei piani nazionali con l’obiettivo di garantire un efficace coordinamento tra i Paesi memebri, che, pare, finora hanno rinnegato il loro impegno di ridurre i consumi del 20% entro il 2020 facendo progressi insufficienti. L’industria e gli ambientalisti hanno risposto in maniera pienamente favorevole all’adozione della relazione da parte della Parlamento, che ha ottenuto comunque una risicata maggioranza e si scontra con il rifiuto degli obiettivi vincolanti da parte dei Paesi membri, per cui è poco probabile che abbia il seguito auspicato.

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