Rifiuti elettronici

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Il problema crescente dello smaltimento dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), stimola il Parlamento europeo a chiedere regole più rigorose di gestione, più efficaci raccolte, riciclaggi e riutilizzo, e meno burocrazia per le imprese per snellire le procedure e assicurare una maggiore quantità di prodotti trattati. Si chiedono inoltre misure più severe per impedire le spedizioni illegali di rifiuti verso i paesi in via di sviluppo.
Il Parlamento ha accolto con grande favore la relazione esposta da Karl-Heinz Florenz (PPE, Germania), che, per illustrare l’impatto del recupero reale dei RAEE, spiega che un milione di telefoni cellulari contiene 250 kg di argento, 24 kg di oro, nove kg di palladio e nove tonnellate di rame.
Gli Stati membri dovrebbero gradualmente, tra il 2012 e il 2016, aumentare la loro raccolta di RAEE prodotti sul loro territorio per almeno l’85% (la Commissione aveva proposto il 65%, un target sul quale la maggior parte delle delegazioni aveva espresso i dubbi). I deputati propongono un obiettivo intermedio per il 2012 di quattro chilogrammi di rifiuti elettronici per abitante (nel quadro della normativa esistente) o l’equivalente dei rifiuti elettronici raccolti nel 2010, ovvero il maggior valore tra i due. A seguire un obiettivo di riciclaggio dal 50% al 75% (a seconda della categoria) e un obiettivo di riutilizzo del 5%.
Per rimediare alle grandi disparità di qualità che caratterizzano le realtà dei singoli Stati membri, i deputati raccomandano che il Comitato europeo di normazione (CEN-CENELEC) elabori le necessarie norme di raccolta, trattamento e detti gli standard in materia di riciclaggio.
Per quanto riguarda l’aspetto fondamentale dello snellimento delle procedure, necessari per ridurre i costi a carico delle aziende, i deputati suggeriscono una sola operazione di registrazione dei prodotti ed una riduzione del numero di categorie di materie in questione. I produttori dovranno altresì dimostrare che i loro prodotti sono conformi alle norme per la progettazione ecocompatibile in modo da facilitarne il reimpiego, lo smontaggio e il recupero dei rifiuti. Agli Stati membri spetta il compito di organizzare e finanziare la raccolta mentre i consumatori dovrebbero smaltire effettivamente i rifiuti elettrici ed elettronici come già gratuitamente possono fare presso i centri di trattamento, e per questo occorre un’azione di sensibilizzazione in modo che siano stimolati a restituire anche gli oggetti molto piccoli.
Per quanto riguarda il tema delle esportazioni illegali, si sottolinea come grandi volumi di rifiuti elettronici siano fraudolentemente dichiarati ‘riutilizzabili’ ed esportati illegalmente per il trattamento nei paesi in via di sviluppo. Per questo si auspicano proposte della Commissione in favore di rigorosi controlli delle spedizioni, per esempio invertendo l’onere della prova, ovvero imponendo il controllo agli esportatori (piuttosto che all’amministrazione) per dimostrare la natura riutilizzabile della merce.
Nonostante gli obiettivi giudicati ambizioni Eurocommerce plaude per l’intenzione di ridurre la burocrazia e sottolinea che i consumatori, abituati ormai alla raccolta differenziata, siano messi in condizione di differenziare anche il rifiuto elettrico/elettronico; Le associazioni delle piccole e medie imprese anche esprimono sostanziale parere positivo, ma criticano l’idea per cui i piccoli negozianti dovrebbero fungere da punti di raccolta per i prodotti di piccola taglia. L’associazione dell’industria elettronica Digitaleurope critica invece l’idea che si possa introdurre una tassa di raccolta senza prevedere un sistema di controllo e senza che sia fissato un prezzo di raccolta di riferimento.

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