La qualità dell’aria in Europa: segnali negativi

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L’ Agenzia europea dell’ambiente (EEA, European Environment Agency) in occasione della pubblicazione del consueto rapporto sulla qualità dell’aria in Europa, lamenta l’urgenza di revisionare la legislazione in materia a causa dei gravi segnali registrati dalla attività di monitoraggio. Quasi un terzo degli abitanti delle città europee sono infatti ancora esposti a concentrazioni eccessive di inquinanti atmosferici, nonostante l’Unione europea abbia compiuto progressi negli ultimi decenni su questo tema. Nel rapporto, l’EEA afferma che molte zone d’Europa hanno ancora problemi con eccessive concentrazioni di sostanze inquinanti, comprese le particelle in sospensione nell’aria e problemi legati alle concentrazioni di ozono troposferico. Secondo il rapporto, l’urgenza di una revisione dei parametri di qualità dell’aria previsti dal sistema legislativo dell’Unione non deve essere sottovalutata ed è necessario avviare una valutazione delle norme in vigore e della loro attuazione durante il 2013, in modo da poter arrivare una valutazione dell’impatto delle diverse proposte da attuare a partire dal 2014. L’EEA esamina l’esposizione dei cittadini ai diversi inquinanti per diverse tipologie degli stessi (Figura 1). Per quanto riguarda il particolato (PM10), nel 2010 il 21% della popolazione urbana è stata esposta a livelli di PM10 di concentrazione superiori ai più severi valori limite UE. Inoltre fino al 30% della popolazione urbana è stato esposto a livelli di concentrazione annui di PM2.5 superiori ai valori limite UE (Figura 2).

 

Concentrazioni urbane di PM2.5 presentate come media pluriennale UE, 2008-2010. Sono indicate con l’asterisco medie inferiori ai tre anni e in arancione i dati ricavati dai questionari sulla qualità dell’aria proposti agli Stai membri.(fonte: EEA)

Concentrazioni urbane di PM2.5 presentate come media pluriennale UE, 2008-2010. Sono indicate con l’asterisco medie inferiori ai tre anni e in arancione i dati ricavati dai questionari sulla qualità dell’aria proposti agli Stai membri.(fonte: EEA)

Per quanto riguarda l’ozono troposferico, il 97% dei residenti UE nei centri urbani è stato esposto nel 2010 a concentrazioni superiori al livello di riferimento dell’OMS, mentre il 17% è stato esposto a concentrazioni al di sopra del valore di riferimento UE. Nel 2009, il 22% delle terre coltivabili in Europa è stato esposto a concentrazioni dannose di ozono, portando a significative perdite nella produzione agricola. Per quanto riguarda il biossido di azoto, sempre nel 2010, il 7% degli europei che vivono in città sono stati esposti a livelli superiori ai valori limite, in generale le emissioni nazionali di biossido di azoto in molti paesi europei ancora superano i limiti di emissione fissati dalla normativa comunitaria e internazionale. Benzopirene: 20-29% della popolazione dell’UE urbana è stata esposta, dal 2008 al 2010, a concentrazioni superiori al valore obiettivo dell’UE, che devono essere raggiunti entro il 2013. Biossido di zolfo: le emissioni sono state ridotte in modo significativo negli ultimi anni, a causa della legislazione UE impone l’uso della tecnologia di lavaggio delle emissioni e minore tenore di zolfo nei combustibili. L’anno 2010 è stato il primo anno in cui la popolazione urbana europea non è stato esposto a concentrazioni superiori al valore limite UE di biossido di zolfo. Le concentrazioni di monossido di carbonio, benzene e metalli pesanti (arsenico, cadmio, nichel, piombo) in aria sono generalmente bassi, localizzati e sporadici, con pochi superamenti dei valori limite e obiettivo fissati dalla normativa comunitaria. La normativa europea sulla qualità dell’aria attualmente si basa sulla direttiva 2008/50/CE per il miglioramento della qualità della stessa e sulla direttiva 2001/81/CE relativa ai limiti nazionali di emissione (NEC) di alcuni inquinanti atmosferici.

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