Il più grande distretto italiano delle cartiere e il costo dell’energia

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Assocarta fa luce su molti temi legati al mercato della carta, oggi un importante polo del made in Italy, che conta un comparto di grandi aziende, per lo più concentrate nell’area del Lucchese (che produce il 75% del totale in Italia) che vale ben 4 miliardi di euro di fatturato. Poiché il grosso del trasporto avviene su gomma con un inchiesta altissima sui costi, l’export è piuttosto limitato e, di fronte a una sempre maggiore internazionalizzazione, ci si interroga su quali debbano essere i punti di forza per garantirne la fortuna nei prossimi anni, soprattutto in considerazione della preoccupazione del rialzo incontrollato dei costi energetici e idrici, per cui gli investimenti fatti sull’ambiente e il riciclaggio e l’apertura maggiore verso i mercati stranieri non hanno tenuto al riparo il distretto da una significativa perdita della produzione. Nel complesso tra medie e grandi aziende se ne contano ben 100 nel Distretto di Capannori con 6500 addetti diretti, che raddoppiano con l’indotto e ai quali vanno aggiunti i 1500 del comparto meccanico. Infatti oltre al cartone ondulato per imballaggi (primo prodotto) si aggiunge la meccanica applicata come principale settore di attività. Il mondo delle cartiere, si legge nel rapporto di Assocarta, è appunto  un settore fortemente energivoro dal punto di vista dell’utilizzo dell’energia elettrica e ancora di più per l’utilizzo di gas naturale. L’elevato utilizzo di energia elettrica per unità di prodotto è dovuto all’alto grado di automazione delle cartiere e al ciclo continuo di lavorazione. Le elevate richieste di gas naturale sono invece dettate dalle grandi necessità termiche che devono essere soddisfatte per l’asciugatura del foglio e dalla rilevante presenza di impianti di cogenerazione alimentati quasi esclusivamente a gas naturale (e che si adatta particolarmente bene al processo cartario per la contemporanea e continua richiesta sia di energia elettrica, sia di energia termica). Ne consegue che la cartiera è un’attività energicamente intensiva e la voce del costo di approvvigionamento energetico rappresenta una delle prime voci di costo di produzione (incidenza media del 20% con punte del 35%) e richiede pertanto continuo controllo e monitoraggio. La rilevante incidenza del costo dell’approvvigionamento energetico è ovviamente penalizzato, e in maniera significativa, dalla situazione dei prezzi del gas e dell’energia elettrica in Italia che si attestano su valori molto più elevati degli altri paesi europei. Il consumo di energia nel settore cartario per l’anno 2011 è stato pari a circa 2,4 miliardi di metri cubi su base annua, che costituiscono circa il 15% del consumo industriale nazionale, mentre per l’energia elettrica si è attestato intorno a 6,4 miliardi di kWh di cui oltre il 60% autoprodotti in cogenerazione. E i prezzi dell’energia elettrica in Italia sono costantemente più elevati rispetto alle media europea: acquistare energia elettrica a termine, in Francia o in Germania, costa rispettivamente il 30% e il 40% in meno rispetto all’Italia e il differenziale diventa più significativo se si fa riferimento ad acquisti nel breve termine. L’elevato prezzo dell’energia elettrica in Italia poi non riguarda però solo la componente energia, ma è gravato dalle cosiddette componenti “parafiscali” che sono molto elevate e la cui crescita negli ultimi anni è stata fortissima (vedi componente A3 legata all’incentivazione delle fonti rinnovabili, raddoppiata nel corso del 2011).  Altro tema è legato alla sicurezza degli approvvigionamenti per volumi così grandi, che così come d’inverno scorso è stato messo in discussione per quanto riguarda il gas naturale (che ha portato al fermo di diversi impianti), vale anche per il sistema elettrico , per cui molte Cartiere italiane prestano il servizio di interruzione istantanea per oltre 550 MW (che costituiscono circa il 15% del totale delle risorse), nonostante il consumo di energia elettrica del settore cartario è coperto per oltre il 50% da autoproduzione. con impianti di cogenerazione ad alto rendimento che sono ormai una risorsa strategica imprescindibile per il comparto.

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