Quando la European Wind Energy Association (EWEA) ha pubblicato la sua relazione di metà anno sull’energia eolica offshore, il 12 luglio scorso, nessuno si è stupito del troppo modesto risultato della Germania, rispetto ai suoi obiettivi. L’aspirante capo classifica ha dato segni di rallentamento per quanto riguarda le installazioni off-shore. Stando ai numeri, con solo 105 MW di capacità installata in mare aperto e collegata alla rete nel primo semestre del 2013, l’ambizione tedesca si ferma a un decimo del contributo al totale realizzato in Ue, che vede in testa, sempre per quanto riguarda l’of-shore, il Regno Unito con 514 MW, seguito dalla Danimarca con 353 MW. Inoltre, di fronte ad una previsione di investimenti per quasi 6 GW di potenza installata nel mare del Nord entro il 2023, questi sono stati ritoccati al ribasso fino a scendere sotto quota 3 GW, ovvero dimezzati. Questo è ben al di sotto dei 10 GW previsti dal Governo e comunque dei 6GW che servirebbero per far stare in piedi gli obiettivi in tema di sostenibilità ambientale. Si aggiungono quindi alle critiche sui costosi impianti off-shore viziati da problemi tecnici e infrastrutturali, dubbi su quanto sia attendibile la previsione di bilancio energetico e quindi se sia o meno il caso di cambiare rotta e riconsiderare alcune scelte. Gli impianti di energia eolica in Germania, la casa di produttori di turbine come Siemens e Nordex, sono aumentati ad ogni modo del 14 per cento nel primo semestre 2013, nonostante i problemi riscontrati sull’off-shore. Infatti la Germania sta investendo in modo importante in energia pulita e il suo obiettivo di crescita della quota di energia rinnovabile almeno al 35 per cento del consumo totale di energia entro il 2020, è stato guidato finora dalla crescita dei parchi eolici. Gli investimenti nel comparto eolico in Germania sono aumentati del 23 per cento l’anno scorso, salendo a circa 2,7 miliardi di euro, e ci si aspetta per il 2013 installazioni per oltre 3 GW.
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