Ecotassa pneumatici – arriva il decreto che regolamenta la raccolta e il riciclaggio con un contributo da parte degli automobilisti

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Sebbene l’Italia fosse rimasta indietro rispetto agli altri paesi della Comunità Europea a prendere iniziative in tal senso, è finalmente attesa per marzo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto che regolamenterà la raccolta e il riciclaggio degli pneumatici e ragionevolmente in autunno si potrebbero vedere applicati i suoi contenuti. Le 350000 tonnellate di consumo annuo stimate (di cui circa 80000 si stimano abbandonate in discariche abusive) saranno così più facilmente smaltite regolarmente e riciclate con grande beneficio ambientale. Tale compito sarà affidato a società consortili, come la Ecopneus, società senza fini di lucro, costituita dalle principali case produttrici, che provvederà a rintracciare, raccogliere e trattare tutti i PFU (pneumatici fuori uso) presenti in Italia. Il decreto infatti stabilisce che sono i produttori e gli importatori i responsabili del recupero e del trattamento delle gomme a fine vita.
Sono rifiuti particolari: possono essere rigenerati (o ricostruiti), ma non si possono recuperare sotto forma di “materie prime seconde” come accade per altri prodotti, e quindi il loro valore energetico residuo (piuttosto alto se si pensa che occorrono circa 100 litri di petrolio per fabbricare un pneumatico da 60 kg) è legato alla possibilità di utilizzarne il materiale come combustibile (si usa una fonte di energia alternativa non rinnovabile e si elimina dall’ambiente un rifiuto non biodegradabile) oppure come composto di asfalti e conglomerati bituminosi, o per la fabbricazione di pannelli per l’isolamento acustico, pavimentazione di campi sportivi, etc.. Dalla carcassa viene anche recuperato, mediante fusione, il materiale ferroso, che conta per circa un quinto della massa totale.
Il costo dell’operazione non peserà sulle tasche dei contribuenti, ma solo su quella degli automobilisti: al momento dell’acquisto sullo scontrino fiscale apparirà una voce relativa all’addebito dell’ecotassa che, secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere circa doppia rispetto a quella attualmente applicata sullo smaltimento degli stessi e cioè attorno ai 4 euro.

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