Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione

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Con l’entrata in vigore delle “Direttive ATEX”, nell’ambito della prevista analisi dei rischi in ambienti con pericolo di esplosione, non solo è necessario identificare le possibili fonti di innesco di natura elettrica, ma si deve anche estendere l’analisi a tutte le possibili fonti di innesco, di qualsiasi natura esse siano (quindi anche meccaniche, termiche, idrauliche, pneumatiche); in altri termini qualsiasi organo od apparato che sia in grado di dare origine a scintille o a temperature eccessivamente alte viene considerato come possibile fonte di innesco in un’atmosfera potenzialmente esplosiva, con un rischio tanto più elevato quanto più gravosa è la classificazione dell’ambiente. In aggiunta, le “Direttive ATEX” hanno posto particolare attenzione alla definizione della responsabilità diretta del datore di lavoro, che deve garantire e tutelare la sicurezza dei propri dipendenti, e che, nel caso specifico, deve quindi necessariamente valutare lo stato della propria azienda in relazione ai possibili rischi di esplosione. Il mezzo previsto per valutare la situazione ambientale in relazione ai rischi di esplosione è la cosiddetta “classificazione delle aree a pericolo di esplosione”, attualmente soggetta ad una serie di normative tecniche di emanazione del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) e UNI. La classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione, pur non facendo parte del progetto dell’impianto elettrico, deve essere redatta contestualmente al progetto dell’opera nel suo insieme e prima della scelta dei requisiti di sicurezza dei prodotti che compongono gli impianti (apparecchi, sistemi di protezione, componenti). Allo scopo è stata recentemente pubblicata la nuova edizione della Guida Tecnica CEI 31-35 “Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)”. Essa ha lo scopo di approfondire il tema della classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili relativa ad opere di nuova realizzazione e alle trasformazioni o ampliamenti di quelle esistenti, nel rispetto della Norma europea CEI EN 60079-10-1: 2010 (CEI 31-87). La classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione equivale alla ripartizione in zone delle aree, nelle quali possono formasi atmosfere esplosive, dell’Allegato XLIX del D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza). Da qui la rilevanza della CEI 31-35 come normativa di riferimento. Il quadro normativo, più in dettaglio, si basa anche sulla UNI 1127-1 (2011): la norma specifica i metodi per l’identificazione e la valutazione delle situazioni pericolose che conducono all’esplosione e le misure di progettazione e costruzione adeguate alla sicurezza richiesta. Questa norma europea (si tratta infatti della traduzione della corrispondente norma europea EN 1127-1) è la norma di riferimento sia per i settori elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni, sia per i settori non elettrici. La classificazione deve essere redatta considerando i principali fattori occorrenti: l’emissione di sostanze infiammabili in atmosfera (qualità, quantità, tipologia delle sorgenti di emissione) e le caratteristiche dell’ambiente (fattore di forma, ventilazione ambientale presente, etc..). Dall’analisi comparata di tali proprietà dell’ambiente e di tutte le caratteristiche che ne definiscono il funzionamento, considerate sotto molteplici dei loro aspetti, si procede alla valutazione delle tipologie di zone pericolose per pervenire alla classificazione. A tale fine devono intervenire diverse figure professionali che dispongono di conoscenze specifiche imprescindibili per la corretta individuazione del rischio e quindi delle conseguenti misure protettive da adottare, oltre che un approfondita conoscenza delle norme (il tecnico progettista e gli installatori, il datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione e tutti coloro i quali operano nei luoghi da classificare e gestiscono i processi, sia di conduzione degli impianti, sia di manutenzione).

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