L’innovazione è la via di uscita dalla crisi

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Purtroppo l’Europa registra un significativo gap negativo rispetto alle principali nazioni in termini di investimenti in ricerca e sviluppo. Un recente rapporto della commissione segnala infatti che a fronte di una crescita media globale degli investimenti del 4% (da 402 a 456 miliardi di euro) l’UE si è attestata a un 6% rispetto al 10% di US e al 29,5% della Cina. Con una competizione sempre più serrata, secondo gli osservatori, le governance europee dovrebbero preoccuparsi rapidamente di cercare di colmare il divario, che dal 2002 è in costante aumento. Il settore maggiormente interessato dagli investimenti è sempre quello farmaceutico e delle biotecnologie, per il quale le sole Roche (Svizzera) e Pfizer (US) hanno partecipato con 7 miliardi di euro ciascuna al totale. ma anche quello dell’energia ha ottenuto importanti risultati. A guidare i processi di innovazione di prodotti e servizi sono tre i temi fondamentali di maggior rilievo: l’efficienza, la “condivisibilità”, il rispetto dei presupposti di responsabilità collettiva. Una recente ricerca statunitense sul sistema dei trasporti condotta da Zipcar e con lo scopo di indicare quale fosse il quadro generale dei servizi offerti, ha sorprendentemente permesso di evidenziare un interessante dato legato alla pressoché generale tendenza delle persone non solo a vedere molto bene la “condivisione” del servizio del trasporto su automobile (car-sharing, l’automobile è mezzo di trasporto considerato ancora necessario a causa dell’inadeguato sistema di trasporto pubblico), ma anche una grande varietà di altre cose. E gli individui interrogati non condividerebbero l’auto per risparmiare denaro, ma per ridurre l’inquinamento, perché è evidente che la salute del pianeta sia percepita essa stessa come un bene comune da salvaguardare. Condividere insomma ha avuto come effetto secondario il risparmio, come conferma di aver adottato una misura realmente positiva. Non si può trascurare che una componente di sviluppo nell’innovazione oggi sia anche nello “sharing” stesso, e ciò è ormai evidente anche al livello dell’offerta dei prodotti consumer, dal cloud-computing, al file sharing alla propensione alla condivisione dei social networks, con ripercussioni positive anche nel mondo del lavoro “tradizionale”. Innovazione e comunicazione capillare generano meccanismi virtuosi il cui potenziale in termini di ricadute nel mondo della ricerca è di portata epocale e rendono indispensabile una piattaforma di “global learning” che è di fatto realtà da molti anni anche se non ben formalizzata, vi è il rischio che degeneri nel paradosso tecnologico, per cui invece che accelerare il perseguimento degli obiettivi, lo rallenterà per l’impossibilità di contenere l’enorme mole di informazioni generate. Da una recente analisi condotta dal Sole24Ore e pubblicata il 16 dicembre scorso, si faceva notare come la Germania fosse passata dall’avere registrato la più bassa competitività nel 2001,alla più alta oggi in Europa, con un massiccio investimento in ricerca e innovazione basato su programmi almeno triennali, rispetto alle media italiana legata addirittura al singolo trimestre. E si osservava che in Germania, a differenza dell’Italia, non sia per esempio un tabù che anche le banche investano in innovazione, nel senso di quindi di evidenziale l’apertura generale del sistema e la percezione di quanto l’innovazione sia cruciale per garantire un futuro di crescita alla singola impresa e alla nazione. Questo almeno in un sistema economico competitivo quale evidentemente non è il nostro Paese. Un altro elemento poi che contraddistingue chiaramente l’innovazione oggi è la necessità di cambiare il volto stesso delle aziende, che devono dimostrare di essere capaci di pratiche non più focalizzate esclusivamente sul profitto, necessario ma non più sufficiente, ma anche basato sui modelli delle organizzazioni non-profit. Devono insomma dimostrare di saper affrontare “coscientemente” temi legati a problematiche sociali, stimolando le opportunità economiche locali, fino a risolvere i problemi di salute globale, e di più, devono dimostrare di saper fare qualcosa di concreto nella direzione giusta. Una nuova generazione di clienti e dipendenti chiede alle aziende di agire per aiutare la società ad affrontare questioni complesse. Senza investimenti in innovazione, ovvero in ricerca e sviluppo, ciò sarà difficilmente possibile.

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