La Commissione europea a supporto della ISO 26000

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La ISO 26000 è una norma volontaria che fornisce le linee guida, quindi non può essere certificata a differenza di altri ben noti standard ISO, aiutando a chiarire ciò che la responsabilità sociale significa e come possa aiutare le aziende e le organizzazioni a tradurre i principi in azioni efficaci e migliori pratiche in materia di responsabilità sociale, a livello globale. Si rivolge quindi a tutti i tipi di organizzazioni, indipendentemente dalla loro attività, dalle dimensioni e dalla loro ubicazione. Lo standard è stato lanciato nel 2010, dopo cinque anni di lavori che hanno coinvolto molti soggetti diversi in tutto il mondo (rappresentanti di governo, ONG, rappresentanti dell’industria, le associazioni dei consumatori, le organizzazioni sindacali) in modo da garantire la più larga base di consenso possibile. Gli affari delle imprese e l’operato delle organizzazioni sono in stretto rapporto con la società (e lo sono maggiormente nell’era dei social network) e l’ambiente in cui operano è un fattore critico nel determinare la loro capacità di continuare ad operare in modo efficace. Inoltre, l’impatto sociale è sempre più una metrica e le sue valutazioni in termini relativi ed assoluti sono utilizzate come una misura della prestazione complessiva dell’impresa e dell’organizzazione. La ISO 26000 fornisce appunto una guida su come le aziende e le organizzazioni possono meglio configurarsi per essere in grado di operare in modo socialmente responsabile. Ciò significa agire in modo etico e trasparente, il che contribuisce alla salute e al benessere della società. La norma è uno dei tre documenti che sono raccomandati dalla Commissione Europea (CE), relativi agli strumenti di cui le imprese europee possono disporre per sostenere e migliorare il proprio impegno per la responsabilità sociale. Tale raccomandazione è contenuta in una comunicazione recentemente pubblicata dalla CE a tutti gli organi di governo dell’Unione europea (UE) che delinea una strategia rinnovata per lo sviluppo della responsabilità sociale delle imprese (RSI) nell’UE. La Commissione inoltre intende monitorare fino al 2014 gli impegni assunti dalle imprese europee con più di 1000 dipendenti per tener conto dei principi riconosciuti a livello internazionale e gli orientamenti in materia di RSI e della norma ISO 26000 per osservarne l’impatto nell’ambito del loro funzionamento. La Commissione ha perciò invitato tutte le grandi imprese europee a impegnarsi entro il 2014, a considerare l’adozione di almeno una delle tre serie di principi e linee guida per lo sviluppo del loro approccio alla RSI: ISO 26000, il Global Compact delle Nazioni Unite, o il Linee guida per le imprese multinazionali sviluppate dalla Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). La motivazione che sta alla base della promozione della RSI in Europa, secondo la CE, sta nel fatto che la crisi economica e le sue conseguenze sociali richiedono che le imprese si impegnino per recuperare la fiducia nei consumatori danneggiati. L’attenzione dei consumatori, e in generale l’opinione pubblica, è maggiormente focalizzata sulla performance sociale ed etica delle imprese. Compiendo i necessari sforzi per promuovere la RSI ora, la Commissione mira a creare condizioni più favorevoli alla crescita sostenibile, alla realizzazione di un comportamento responsabile delle imprese e alla creazione di occupazione durevole nel medio e lungo termine. La guida sulla responsabilità sociale (Social Responsability, SR) sottolinea che i temi affrontati hanno un diretto e significativo impatto sul vantaggio competitivo; sulla reputazione; sulla capacità di attrarre e trattenere i lavoratori e i soci, i clienti, gli utenti; sul morale dei dipendenti, l’impegno e la produttività; sul grado di soddisfazione di investitori, proprietari, donatori, sponsor; perfino sui rapporti con le altre aziende, i governi, i media, insomma tutta la comunità in cui opera.

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