Gli Emirati verso il nucleare

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Gli Emirati Arabi Uniti al momento non hanno reattori commerciali funzionanti, sebbene abbiano in programma di iniziare un programma di elettrogenerazione da fonte nucleare che secondo gli intendimenti dovrebbe sopperire all’aumento della domanda elettrica (negli ultimi anni cresciuta attorno al 9% annuo) e che sarebbe altrimenti colmata solo tramite la costruzione di nuove centrali a gas. Sono l’ottavo produttore al mondo di petrolio (con una produzione media giornaliera di quasi 2800 milioni di barili) e sono il settimo paese al mondo per dimensioni delle riserve, stimate in quasi 100 miliardi di barili e di conseguenza sono il quarto paese al mondo per disponibilità. Nonostante queste ingenti risorse devono fare i conti con una crescita della domanda di energia elettrica che potrebbe portare il paese dagli attuali 15,5 GW ad oltre 40 GW nel 2020, con una crescita esponenziale che si avvicina al 10% annuo. Abu Dhabi è già da tempo pronta ad assumersi il ruolo di protagonista della Green Economica medio-orientale,  già sede della più grande centrale fotovoltaica del mondo, anche con progetti ambiziosissimi come “Masdar City” la città ecosostenibile, che dovrebbe essere inaugurata nel 2016 e la scelta di aver fissato nello stesso emirato il quartier generale di IRENA (International Renewable Energy Agency). Nonostante i concreti impegni sul versante rinnovabile gli Emirati è da tempo che lavorano comunque al progetto di elettrogenerazione nucleare a scopi civili. A partire infatti dal Gennaio 2007, quando fu avviato il processo di negoziazione per la promozione dell’energia nucleare a scopi civili, passando per il 2009, anno di nascita dell’ENAC (Emirates Nuclear Energy Corporation) fino all’aggiudicazione da parte della Kepco Giapponese dell’appalto per la costruzione dei primi 4 reattori che saranno pronti nel 2020 (il primo nel 2017) assicurando il completo collaborazionismo con gli Stati Uniti, volto a contrastare la proliferazione di processi di arricchimento dell’uranio a scopi militari. Sono già state individuate 10 località idonee dal punto di vista sismico, infrastrutturale e di vicinanza al mare, la prima delle quali coinvolte sarà Braka, sulla costa del Golfo Persico, a 300 km da Abu Dhabi, che ospiterà il reattore APR1400. L’obiettivo è soddisfare il 25% del fabbisogno della sola Abu Dhabi e del 12% del resto del paese entro appunto il 2020, con i quattro reattori in progetto, per la realizzazione dei quali sembra siano stati seguiti i migliori propositi in fatto di coinvolgimento dei sudditi e informazione mediatica.

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